Niente paga quanto l'essere se stessi.
Nella storia dell'uomo c'è sempre stato chi sapeva e chi non sapeva e spesso, chi sapeva, se voleva mangiare, doveva far finta di non sapere. Sto parlando di quella conoscenza che, probabilmente, avrebbe messo in condizione l'uomo di liberarsi da tutta una serie di trappole che, nei milioni di anni, erano state poste sul suo cammino relegandolo al ruolo di automa, se non di bestia:
Ecco che una marea di artisti sensibili che, se volevano mangiare, lavorando essenzialmente presso esponenti della cristianità o politici legati con il clero, non potendo trasmettere ad alta voce quello che sapevano, usavano le loro Opere per nascondervi dei particolari: parliamo di quella conoscenza esoterica in grado di far comprendere all'uomo CHI E' e di liberarlo./p>
Un paio di esempi e una nota e la nota è la seguente: questo è un articolo di genere psicotematico, cioè che parla a Te e tende a risvegliare le persone, ma è estremamente lungo: mi auguro che tu non sia uno di quelli che, nel 90% dei casi, non hanno la capacità di arrivare fino in fondo al servizio, magari perché adesso non ho tempo ed ho altre cose importanti da fare... poiché stavolta ne vale davvero la pena!
Questa enorme macchia di verde che vedi, estesa quanto 150 campi di calcio, è il Parco di Capodimonte a Napoli, un posto che adoro, specie per i dipinti conservati nel Palazzo Reale, espressione d'arte di cui sono follemente innamorato. In basso a sinistra, per mezzo di una strettoia (la serie dei pallini gialli) tra due costruzioni chiamata proprio Porta di Mezzo, si accede ad un piazzale che dà su cinque viali (che abbiamo evidenziato con delle lettere dalla A alla E) . In realtà, se osservate le lettere, manca la C e, visti dall'alto, i viali che da qui si biforcano sembrano essere davvero solo quattro.
Infatti sul quinto di questi viali, il viale C, è nascosto un messaggio esoterico; clicca sull'immagine seguente per ingrandirla e individuare il quinto viale, quello con la lettera "C":
Sì, il viale con la lettera C corrisponde proprio al vialone centrale, quello più lungo di tutti; ma questo vialone (la foto sotto) ha anche un'altra caratteristica: è un viale buio e in fondo ad esso c'è una sorpresa.
Innanzitutto esso è l'unico che alla sua fine contiene un messaggio; inoltre, essendo al centro, è sinonimo di equilibrio e, come potete osservare dalla fotografia, è coperto dalle piante, al punto da non poter essere visto dall'alto.
Questo vialone può essere paragonato alle scelte che facciamo nella vita: evitiamo lo Sconosciuto - il buio - l'essere centrati su noi stessi, per incanalarci su sentieri ovvi. Infatti gli altri viali sono sicuramente più agevoli, ma sono anche molto scontati, data la loro illusoria luminosità e non portano in nessun luogo significativo. Allo stesso modo se vogliamo rimanere sulla retta via, dobbiamo affrontare cose che non sono così facili come quelle che troveremmo sugli altri viali. Infatti il misurarci con la parte più nascosta di noi (quella che risponde alla scontata luce delle scelte emozionali che sappiamo sempre dove ci portano) potrebbe certamente impaurirci al punto da convincerci a non affrontare il viale centrale interiore.
Ma, si sa, chi segue la via centrale, impervia, lunga e buia, trova se stesso, al contrario di altri che preferiscono rimanere nella banalità della finta luce della personalità navigando perennemente nella quotidiana routine emozionale.
E veniamo alla sorpresa: il viale centrale termina con una statua raffigurante un Gigante.
Questa statua, riposizionata meno di una decina d'anni fa nella sua sede originale, simboleggia il fatto che chi imbocca la difficile via interiore, trova se stesso o meglio, il vero Se Stesso, il Gigante. Osserviamo più nel dettaglio il Gigante e noteremo due peculiarità che saltano subito all'occhio: in testa ha un vaso e nella mano destra un pugnale.
Il vaso simboleggia la conoscenza, il pugnale la giustizia e l'equilibrio (vedi qui servizio ad hoc).
Messaggi simili li troviamo in milioni di espressioni artistiche in giro per il mondo. La seguente fotografia ritrae l'Abbazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore ad Asciano, provincia di Siena; la vastità di questa abbazia non è quantizzabile se non con una serie di immagini prese da più lati: pensate solo che il territorio annesso all'abbazia è di 850 ettari, cioè di circa 1.000 campi di calcio.
Innanzitutto vi consiglio di andarla a visitare poiché l'arte in essa contenuta è stupenda: è vero che adoro le pitture, ma qui ci sono delle opere lignee d'intarsio ad effetto tridimensionale da brivido che anche Napoleone tentò di appropriarsene.
Quando si entra nel chiostro si può notare che esso è completamente circondato da stupendi affreschi del Sodoma e del Signorelli. Si tratta di affreschi molto grandi, alti circa tre metri e larghi due e più. Ebbene, tra i primi affreschi del Sodoma, in piccolissime icone rotonde, sono state inserite immagini del percorso iniziatico. Nella foto che segue potete farvi un'idea di quanto grandi siano gli affreschi e quanto piccole queste icone rotonde segnate da un cerchietto giallo:
Le icone del Percorso sono disposte in ordine a cominciare dall'immediata sinistra rispetto alla porta d'ingresso. Eccole una per una con il relativo significato:
1 Questa prima immagine rappresenta l'uomo comune che si risveglia in quanto trova in se stesso - dopo essersi accorto di aver trascorso una vita immerso nella personalità (è vestito da guerriero) - il senso di giustizia (spada) e di equilibrio (bilancia a piattelli contrapposti). Chiaramente è un uomo giovane alla vera Vita. |
|
2 Trovato un primo equilibrio ecco che la personalità, la dualità rappresentata dalla bestia a due teste, è sempre in agguato. In questa fase l'uomo diviene più adulto e quindi più saggio nel saper affrontare le trappole del mondo materiale. |
|
3 Ecco che, eliminate tutte le trappole della dualità, l'individuo rimane non più emozionabile dall'esterno; solo con questo genere di morte alla dualità è possibile, come da una vergine, che rinasca un nuovo individuo. Il messaggio qui è molto sottile: la parte creativa, quella femminile, fin'ora usata per la creazione materiale, deve essere uccisa (bloccare gli umani desideri) per poter rinascere nel suo vero ruolo di creatrice del messaggio del Sé. |
|
4 L'individuo diviene sempre più saggio, ma anche i pericoli della dualità divengono più insidiosi e potrebbero, con l'inganno di un burrone che non si riempie mai, riportalo alla perdizione. Deve fare attenzione a che la nuova potenza, il cavallo su cui è in sella, non gli prenda la mano e lo porti a fare giochetti umani con i nuovi poteri superiori acquisiti. |
|
5 Se riesce a non prostituirsi ai suoi nuovi poteri, ecco che taglia definitivamente la testa al vecchio se stesso e rinasce (è nudo), ma saggio (è adulto). Ancora la spada, simbolo di giustizia, è posta, con la sua azione, in primo piano. |
|
6 Ecco che, dopo l'ennesima rinascita, a questo punto il mondo materiale non può più avere effetto su di lui. Infatti pone la mano sul fuoco, ma questa non la brucia a significare che le emozioni del mondo non hanno più potere su di lui. |
|
7 Ecco che, con questa nuova saggezza, gli si aprono le porte della Conoscenza Superiore, rappresentata dal fatto che è accompagnato da altri cavalieri (la coscienza cosmica erroneamente identificata e personalizzata come Fratellanza Bianca) e gli viene porta una coppa, simbolo, appunto, della sua nuova conoscenza. |
|
8 A questo punto l'individuo fa una nuova scelta di campo, la più importante; eccolo al battesimo, che simboleggia il momento definitivo in cui decide di dedicare tutta la sua vita alla realizzazione del lavoro del suo Sé. Questa fase rappresenta quella del totale abbandono al proprio IO SONO, senza aver più paura di nulla. |
|
9 Ecco che, a questo punto, c'è la rinascita nello spirito, l'ennesima rinascita. Qui l'individuo, allineato con le esigenze del Sé, diviene uno spirito operante, un individuo-bambino, un cristo. Infatti questa rinascita è rappresentata dalla sublimazione in un processo alchemico che si esegue nel forno dell'Athanor, che è un forno alchemico interiore. In IO SONO immortale si parla perfettamente di questo aspetto circa le ghiandole endocrine che sono l'Athanor interiore. |
|
10 Questo nuovo genere di vita lo pone ai più alti livelli di esistenza capace anche di maneggiare l'energia a piacimento (l'aureola sulla testa). In questa fase la bestia non ha più alcuna possibilità di influenzarlo ed egli è in piedi su di essa senza alcuna attenzione alla difesa. La saggezza (i saggi a lui vicino) lo accompagna nelle scelte, scelte che, appunto, non prevederanno più di cadere in bestiali scelte emozionali umane. |
|
11 Questa è la scena più rappresentativa: il processo innanzi a Pilato, il simbolo che rappresenta la legge mondana. In definitiva il concetto è che se il mondo non è d'accordo con le tue scelte, allora ciò che stai pensando di fare è certamente la cosa giusta. |
Ne abbiamo discorso più volte, se ne parla tanto dappertutto; l'IO sei tu. Esistono infiniti IO SONO - uno per ogni essere - che attingono all'IO SONO principale, all'Idea Prima, ma di Sé o IO ce n'è Uno solo e quello sei TU.
Via via che procedi verso il riconoscimento di te, ti rendi conto che ciò che tu ora chiami te stesso, in realtà non è altro che una cellula impazzita di coscienza che crede di vivere un'esistenza propria.
Come le dita di una mano: ognuna delle dita dipende dalla coscienza centrale che potrebbe essere il palmo, tanto per capirci e, quando una delle dita si muove in modo impazzito a causa di un tic, sfuggendo al Controllo Centrale, ecco che crede di assumere una sua propria esistenza. Potremmo dire che la cura del Sè ti porta a comprendere chi sei capendo chi NON sei, così come la cura del tic al dito ti fa comprendere che non sei il dito, bensì la mano intera. E questa è la condizione di qualsiasi uomo. Poiché si può lasciare l'universo materiale solo se ci si sente uniti al tutto, ebbene, senza che fare i presuntuosi o gli orgogliosi, se non ti senti DAVVERO unito a tutto e a tutti, sei sulla strada sbagliata.
Le cose più ovvie sono quelle che più mi divertono; per due motivi... Le cose ovvie, innanzitutto, sono "semplici" e io sono una persona semplice e, in seconda battuta, mi fanno divertire quando esse vengono riconosciute "così com'è" (dall'inglese as-is) dalle persone: mi diverte vedere le loro facce stranite e alleggerite di fronte alla semplicità della cosa...
In un mondo basato sul controllo di Matrix, la responsabilità è sempre stata indottrinata nelle persone come colpa o come perbenismo. Nel caso della colpa il panorama è semplice, nel caso del perbenismo, la cosa è molto più subdola. Infatti, in questo caso, le persone fanno le cose poiché la società, o comunque la cultura a cui appartengono, ha determinato dei canoni di comportamento (con cui l'individuo è andato in accordo) a seguito dei quali, se li rispetti, ti senti avere qualche punto in più: per questo parlo di perbenismo, ti senti "più bravo" rispetto agli altri.
Ma analizziamo il termine responsabilità; esso consiste di due parole: RESPONS ed ABILITÀ. Ora cominciamo a vedere luce: la responsabilità è l'abilità a dare una risposta. A chi? Al Sé. Prima che il tempo fosse (per ragionare in termini di mente) l'unica cosa che c'era (ma che in realtà non c'era) era l'IO, il Sé.
Ora, se il Sé è tutto-ciò-che-c'è ed altro non c'é, poteva egli mai scoprire qualcosa di più di se stesso?
NO, poiché tutte le cose sono già lui!
L'unico modo per andare alla scoperta di se stesso era di dimenticare la sua natura; l'atto di dimenticare chi si è, equivale ad una sorta di perdita di memoria, ma non alla violazione della propria natura divina che era, è e sarà sempre IO.
Appunto la perdita di memoria dava luogo ad un livello basso di consapevolezza di Sé (IO-NON-SONO) al fine di ritornare al punto da cui si era partiti: questo è il gioco della vita. Il dimenticare "cosa si è" era necessario per tornare ad essere ciò che si è, cioè IO. Quindi il gioco non era aumentare la propria consapevolezza, visto che di più non era possibile poiché il Tutto era già tutto, ma di scendere per poi risalire a se stesso.
Ecco che l'atto della creazione crea l'esistenza, un qualcosa in cui l'IO si riflette, ma visto che l'esistenza, per quanto grande si riflette in un universo il quale è un SISTEMA FINITO DI COSE, in ogni caso, per quanto grande, l'universo era/è comunque più piccolo dell'IO, del Tutto.
Da dove, o meglio, da cosa, proviene l'esistenza? Proviene dall'idea e poiché l'idea doveva dare luogo ad una creazione, possiamo dire che l'esistenza proviene dall'idea di se stesso in espressione potenziale; questa idea è l'IO SONO.
L'IO SONO è l'Idea Prima che contiene tutte le idee per mezzo delle quali l'IO, dimenticato chi era, torna a riconoscere se stesso. Il riconoscimento di Sé avviene per mezzo della realizzazione delle idee in creazione (realtà) e dell'esperienza di quelle creazioni.
Molta gente, la quasi totale maggioranza di coloro che sono nel settore spirituale, credono di poter parlare con l'IO SONO. In tutto questo gioco della vita, l'IO SONO è l'unica cosa che non ha coscienza e con cui non si può discutere.
L'IO SONO è l'Idea Prima nella quale sono contenute tutte le idee e l'IO crea gli Esseri Spirituali per dare concretezze ad ogni specifica serie di espressioni contenute in ogni quota-parte di IO SONO: questo è il progetto animico che ogni essere spirituale deve realizzare per il Sé.
Quindi gli Esseri Spirituali sono una specie di facchini o di muratori che portano in realizzazione le idee che il Sé ha di sé. Essere spirituale significa "lo strumento con cui lo spirito si manifesta". Poiché il creatore è dio, gli esseri spirituali sono dio perché sono creatori, per cui l'IO è superiore a dio, come Giove che era il capo degli dei. Nella bibbia sono riportati i termini Eloha (divinità al singolare, Dio) e Elohim (divinità al plurale, cioè Dei), per questo in Salmi 82:6 nel vangelo di Giovanni 10:34 è detto VOI SIETE DEI poiché gli esseri spirituali sono dio, ma l'IO è qualcosa di più.
L'IO SONO, l'Idea Prima, è divisa tra gli infiniti esseri spirituali e ognuno ha una mission diversa dall'altro visto che nessuno potrebbe fare una cosa che l'IO ha già incaricato un altro di fare. Quindi l'IO SONO viene diviso in infiniti Io Sono minori ognuno rappresentante la mission di un Essere Spirituale; già da qui si comincia a vedere che la vera esistenza sta nel fatto che ognuno di noi deve contribuire all'economia della vita su tutti i piani e in vasta scala.
Ancora una volta: cos'è la responsabilità? È l'abilità a DARE UNA RISPOSTA alla richiesta che il Sé fa per mezzo di quella quota parte di IO SONO che è ciò che indica la TUA specifica missione.
Ricorda: non c'è etica senza consapevolezza, non c'è consapevolezza senza responsabilità, cioè senza aver cura del mondo in cui ti trovi.
Quando realizziamo l'IO SONO (cioè quando realizziamo le opere nell'universo materiale delle domande/richieste in esso contenute), vuol dire che siamo RESPONSABILI (rispondiamo alle richieste del Sé), mentre quando non lo facciamo siamo irresponsabili e anche FRAMMENTATI; infatti, ogni qual volta blocchiamo un volere che il Sé ci invia per mezzo del nostro IO SONO, l'impatto che avviene nel corpo-eterico tra il flusso vitale che entra nel nostro cervello e quello che il nostro cervello mette come scopo umano, crea una forma-pensiero; devi immaginare l'idea personale come un dito che esce dalla tua testa verso l'esterno e l'idea del flusso vitale come un dito che entra: l'incontro/scontro tra le due dita determina la forma-pensiero in quanto flusso stazionario di energia e nello specifico energia turbolenta.
Mentre l'IO SONO è diviso in infiniti Io Sono quanti sono gli esseri, di Sé ce n'é, invece, solo uno.
Quello sei tu, il Gigante. Continuando ad operare in conformità alle richieste del Sè, che in realtà sono quelle che abbiamo creato noi per noi all'inizio del tempo, possiamo ritrovare noi stessi. Questo è il senso del percorso di realizzazione del Sé.
La SPIRITUALITÀ, a questo punto, è l'abilità di rendere manifeste le cose dello spirito, cioè del Sé; quindi tra spiritualità e vera responsabilità NON ESISTE ALCUNA DIFFERENZA se non a livello dialettico.
Questo uomo è Nisargadatta, un individuo che ha realizzato se stesso:
Questo grande Essere ha scritto questo libro: IO SONO QUELLO
rispondendo alle domande di un visitatore, dice, a pagina 108:
... tu ti immagini separato... Non c'è il mio Sé e il tuo Sé. C'è il Sé, l'unico Sé. Sei tu a immaginare i molti Sé, fuorviato dalla diversità dei nomi e delle forme, delle menti e dei corpi. Noi due siamo lo stesso Sé, ma tu non ne sembri convinto. Questa storia del Sé individuale e del Sé universale è per principianti: tu vai oltre, non rimanere inchiodato alla dualità.
La migliore definizione che io conosca di PECCATO è limitare l'essere. Si limita l'essere ogni qual volta non esprimiamo in creazione il progetto IO SONO a noi affidato in qualità di Essere Spirituale.
Non esistono, se non nella fantasia, tanti IO poiché, in verità, ce n'è uno solo e quello sei tu. Se realizzi che c'è un solo IO vedrai che tutto è espressione dell'Unico e che una parte di esso, l'essere umano, è stato fatto sfuggire volutamente al suo controllo per fornire il senso autonomo di identità che potesse dare la sensazione di separazione poiché anche questo fa parte del gioco. È proprio il fatto di identificarci con la nostra personalità il maggior blocco che non ci consente di far morire il vecchio in favore del nuovo; d'altronde se noi siamo spirito, come potremmo morire? Non ti pare? Uno spirito è immortale...
Poiché quando si parla di responsabilità si parla di frammentazione del sé, per cui il lavoro opposto da compiersi è la ri-definizione del Sé.
Vi sono due metodi per fare ciò e gli effetti sono stati riportati in questo elenco di successi QUI.
Nel Vangelo, nel cosiddetto Sermone del Monte, si incita a ricercare il regno e la sua giustizia e tutte le cose sarebbero state aggiunte in sovrappiù.
Nel prossimo libro di A. M. King VANGELO DEL RE, se ne parlerà adeguatamente, ma voglio anticiparvi questa cosa, la frase esatta: Ridefinite il Sé e tutte le altre cose vi saranno date in sovrappiù.
Cercare il Regno significa cercare di realizzare gli scopi del Sé: le parole regno e realtà sono la stessa cosa; si intende sempre che l'espressione del Sé in terra (nella tua condizione materiale) crea il Regno, il paradiso dell'Eden interiore.
Il problema è che quando la realtà viene rivissuta (se si rifà l'esperienza), allora il tutto diviene disarmonico e la realtà diviene irrealtà. La nostra definizione di male è: esperienza ripetuta e l'esperienza ripetuta è irrealtà e l'irrealtà porta all'oblio verso sé rafforzando il senso di separazione: facile, no?
Qual è il problema per un essere spirituale? Il fatto di aver perso il contatto con la propria parte creativa, con il proprio IO SONO; quindi l'essere, in mancanza di questo contatto, non riesce a creare il nuovo, lo Sconosciuto, bensì si rimestola nel solito fango di tutti i giorni, cioè fa sempre le stesse cose pur di sentirsi vivo, ma via via è sempre meno interessato e, poiché si annoia, le rifà in modo diverso fino a finire nei guai.
È per questo che si producono emozioni indesiderabili e, poiché la coscienza è il risultato di azioni desiderabili o indesiderabili, ecco che si contrae sempre di più e si sente sempre più diviso dall'UNO.
Vediamo cosa ancora consiglia Nisargadatta in un'altra risposta a pagina 118 di IO SONO QUELLO:
... dimenticare il Sé è la peggiore offesa dalla quale derivano tutte le calamità. Curati degli aspetti più importanti: quelli trascurabili si prenderanno cura di sé. Tu non ti metti a pulire una stanza buia; prima apri la finestra. Facendo entrare la luce, diventa tutto facile. Quindi prima di migliorare gli altri, aspettiamo di esserci visti per ciò che siamo e di essere cambiati noi. È inutile girare in tondo e fare continuamente domande. Scopri chi sei e tutto andrà a posto da Sé. [...] c'è un potere universale che controlla ed è responsabile [...] devi solo individuare il primo motore di tutto ciò che si muove e lasciare tutto a lui. .... Che c'è di male ad abbandonare l'illusione del controllo e della responsabilità individuali? Sono entrambi della mente e basta.
Ripeto la domanda: come si fa? Apri il tuo cuore alla azioni del tuo Sè, quelle desiderabili. Chiaramente per azioni desiderabili intendiamo quelle armoniche e per indesiderabili intendiamo quelle non armoniche. Vediamo cosa sono...
Qui viene il bello; questo è un argomento che fa saltare le culture. Cos'è che è giusto? Cos'è che è sbagliato? In queste domande si sono insinuate le religioni e hanno reso Matrix sempre più controllabile; se io riesco a controllare le menti delle persone, le ho in pugno.
La parola armonia viene definita come concordanza di suoni o di voci. Affinché ci sia la possibilità di concordare, significa che ci devono essere almeno due cose. Ecco che quando si parla di armonia si intende che ci siano due parti che risuonino tra loro; è questo il motivo per cui, per quanto una cosa possa essere giudicata nobile o eccelsa, se essa non è in armonia, cioè se essa non proviene dal proprio IO SONO e non è armonica con esso e quindi non è la cosa giusta.
Finalmente sappiamo cosa è giusto e cosa è sbagliato!!!
Un altro termine molto simpatico, ma troppo spesso erroneamente utilizzato, è GLORIFICARE. Ci hanno riempito la testa con il fatto di glorificare dio. Ebbene, glorificare significa RISUONARE e si può risuonare solo se c'è un elemento nell'IO SONO con il quale entrare in risonanza; quindi creare ciò che è previsto nel nostro IO SONO glorifica, cioè realizza il Sé.
Per capirci: se nell'IO SONO c'è scritto che devo lanciare una bomba atomica che mi ammazza due miliardi di persone, allora quella sarebbe un'azione armonica, se non c'è scritto non è armonica.
Porto questo esempio paradossale per far rilevare che i nostri canoni di bene o di male possono andare quasi sempre in conflitto con i canoni dell'IO SONO che non sono basati sul "bene" e sul "male" umani... Ci sono molti stupidi che tendono a trasformare l'alimentazione dei loro animali carnivori in quella vegetariana in modo che possano fornire loro (dicono) un'alimentazione più etica: etica un par de palle!!! direbbero a Roma. Cito un passo tratto da un servizio esterno su Arnold Ehret su cui siamo assolutamente d'accordo:
Ci sono alcune persone che dicono di non mangiare carne per “ragioni etiche”. Poi scopri che odiano gli altri esseri umani che mangiano carne e si sentono però elevati per il fatto di non nutrirsi di prodotti animali. L'etica non può essere applicata in compartimenti stagni e dove c'è odio o risentimento e tentativo di mettere nel torto, non può esserci etica, ma solo una pantomima di essa e chi ha questi sentimenti nel suo animo verso gli onnivori non è diverso dal carnivoro che schernisce il vegetariano.
Alcune persone si definiscono animaliste e dichiarano la loro sofferenza per il destino crudele degli animali uccisi per ricavarne cibo, vestiario o altro, ma spesso il loro sdegno verso le persone ritenute insensibili diventa motivo di sfogare la loro rabbia e odio repressi nel profondo del loro essere che sceglie tali manifestazioni per esprimersi alla stessa stregua di chi partecipa a “marce per la pace” distruggendo vetrine, auto e cassonetti della spazzatura.
L'Etica non può coesistere con sentimenti ed emozioni negative.
Etico, proveniente da ethos, teo, divino, significa manifestare ciò che l'IO ha determinato per mezzo dell'IO SONO e far divenire vegetariano un carnivoro non significa essere etici, ma significa commettere un crimine etico ed essere imbecilli.
Quindi questo è il problema della erronea comprensione dell'educazione; educare significa "elevare" e l'educazione è determinante ed è una responsabilità per un essere che è più esperto di un altro; anche nel mondo animale accade lo stesso.
A scanso di equivoci è bene sottolineare che l'IO SONO non può MAI contenere un'azione non armonica per il semplice fatto che il compito di determinare armonia dipende dall'essere spirituale (che è colui che deve realizzare) e non dall'IO. Inoltre, al fine di continuare a fare esperienza, l'IO SONO non potrà mai sbarazzarsi delle cose funzionali al Sé, quindi, tornando al nostro esempio, nessun pericolo di bomba atomica...
Insomma, il fatto di avere cura del mondo in cui ci si trova è un fattore intrinseco alla responsabilità; se tutti siamo l'Uno, allora tutto ciò che esiste dovrebbe essere tenuto armonico e pulito per permettere all'UNO di riconoscere sempre di più se stesso.
Parliamo ancora degli animali; questa è una di quelle immagini chiamate l'indifferenza dell'uomo.
Non c'è alcuna responsabilità intrinseca in un individuo che passa vicino ad un gattino in questo stato e tira dritto: questo non è prendersi cura del Sé, ma solo farsi i cazzi suoi.
Qualche tempo fa ho letto questa storiella un po' dura da digerire. Si intitola:
(potrebbe adattarsi anche ad un GATTO)
Settimana 1:
Oggi, è una settimana che sono nato.
Che gioia essere arrivato in questo mondo!
Mese 1:
Mia mamma mi accudisce molto bene, è una mamma esemplare.
Mese 2:
Oggi, sono stato separato dalla mamma. Era molto inquieta e mi ha detto addio con lo sguardo. Speriamo che la mia nuova "famiglia umana" si occupi così bene di me, come l'ha fatto lei.
Mese 4:
Sono cresciuto in fretta, tutto mi attrae e m'interessa. Ci sono parecchi bambini in casa; sono per me, dei "fratellini". Siamo dei monelli, mi tirano la coda e li mordo per giocare.
Mese 5:
Oggi, mi hanno sgridato. La mia padrona mi ha ripreso perché ho fatto "pipi" dentro in casa, ma non mi avevano mai detto dove dovevo farla. Inoltre, dormo nella "riserva"... e non protesto!
Mese 12:
Oggi ho compiuto un anno. Sono un cane quasi adulto. I miei padroni dicono che sono cresciuto più di quello che immaginavano. Ah, come devono essere orgogliosi di me!
Mese 13:
Oggi mi sono sentito molto male. Il mio "fratellino" ha preso la mia palla. Io non prendo mai i suoi giocattoli. Allora, me la volevo riprendere. Ma le mie mascelle sono diventate troppo forti e l'ho ferito senza volerlo. Dopo la paura, mi hanno incatenato; non posso quasi più vedere il sole. Dicono che mi tengono d'occhio, che sono un ingrato. Non capisco niente di quello che sta succedendo.
Mese 15:
Tutto è diverso... vivo sul balcone. Mi sento molto solo, la mia famiglia non mi ama più. A volte dimenticano che ho fame e sete. Quando piove, non ho un tetto dove ripararmi.
Mese 16:
Oggi mi hanno fatto scendere dal balcone. Ero certo che la mia famiglia mi avesse perdonato; ero così contento che saltavo dalla gioia. La mia coda si muoveva in tutti i sensi. Oltretutto mi hanno portato con loro per una passeggiata. Abbiamo preso la direzione dell'autostrada e, di colpo, si sono fermati. Hanno aperto la portiera dell'auto e sono sceso tutto contento, credendo che stavamo per trascorrere la giornata in campagna. Non ho capito perché, ma hanno richiuso la portiera e sono partiti. "Ehi, aspettate! mi state dimenticando!" ...mi sono messo a correre dietro l'auto con tutte le mie forze. La mia angoscia aumentava quando mi accorgevo che stavo per svenire e... non si fermavano: mi avevano dimenticato.
Mese 17:
Ho tentato invano di ritrovare la strada per casa "mia", ma sento che mi sono perso. Sul mio cammino trovo persone di buon cuore che mi guardano con tristezza e mi danno un po’ da mangiare. Li ringrazio con lo sguardo e dal profondo del mio cuore. Mi piacerebbe che mi adottassero; sarei leale e fedele come nessuno al mondo. Ma dicono solo "povero, piccolo cagnolino, si sarà perso!"
Mese 18:
Qualche giorno fa, sono passato davanti a una scuola e ho visto tanti bambini e giovani come i miei "fratellini". Mi sono avvicinato e un gruppetto, ridendo, mi ha lanciato una pioggia di sassi per "vedere chi aveva la mira migliore". Una della pietre mi ha rovinato un occhio e da quel giorno non ci vedo più da quella parte.
Mese 19:
Non ci crederete, ma la gente aveva maggiore pietà per me quando ero più bello. Adesso sono molto magro, il mio aspetto è cambiato. Ho perso un occhio e la gente mi fa scappare a colpi di scopa quando provo a trovare un piccolo riparo all'ombra.
Mese 20:
Non mi muovo quasi più. Oggi, tentando di attraversare la strada dove circolano le auto, mi hanno preso sotto. Pensavo di essere al sicuro in quel luogo chiamato fosso, ma non dimenticherò mai lo sguardo soddisfatto dell'autista che si è addirittura buttato di lato per schiacciarmi. Almeno mi avesse ucciso. Ma mi ha solamente rotto l'anca. Il dolore è terribile, le mie zampe dietro non reagiscono più e mi sono issato con molta difficoltà, verso un po’ d'erba ai lati della strada.
Mese 21:
Sono 10 giorni che sto sotto il sole e la pioggia, senza mangiare. Non mi posso muovere. Il dolore è insopportabile. Mi sento molto male; è un luogo umido e direi che il mio pelo sta cadendo. La gente passa, nemmeno mi vedono, altri dicono "non ti avvicinare". Sono quasi incosciente, ma una forza strana mi fa aprire gli occhi... la dolcezza della sua voce mi ha fatto reagire. Lei diceva" povero piccolo cane, in che stato ti hanno ridotto"... con lei c'era un signore con una veste bianca, mi ha toccato e ha detto "mi dispiace, cara signora, ma questo cane è incurabile, è meglio mettere fine alle sue sofferenze". La signora gentile si è messa a piangere ma ha approvato.
Non so come, ma ho mosso la coda e l'ho guardato, ringraziandolo per aiutarmi a trovare finalmente riposo. Ho sentito solo la puntura della siringa e mi sono addormentato per sempre chiedendomi perché fossi nato se nessuno mi voleva.
Un animale non è un “giocattolo” da dare ai figli: va preso e accettato “coscientemente”, non si può poi buttare via sulla strada; un animale va educato e guidato nel comportamento da tenere per non trasformare una compagnia fedele in un problema. Questo è un fattore intrinseco alla responsabilità poiché responsabilità è anche aver cura delle cose fino a quando nel progetto IO SONO quella cosa non invecchi e muoia, ma non deve essere messa fuori uso da noi in maniera... anticipata e cruenta.
Ritornando quindi alla questione dell'educazione: essa è erroneamente diventata un condizionamento di una serie di cose che devi fare affinché il sistema continui ad andare nel modo in cui va altrimenti non può controllarti, altro che "educare" nel vero senso del termine: questo è indottrinamento. Nel 1920 il colonnello britannico J.F.C. Fuller, reduce dalla Grande Guerra, previde l'avvento di armi di un tipo assolutamente nuovo, "sistemi bellici senza fuoco" che avrebbero rimpiazzato i cannoni, i cingolati e gli esplosivi e che avrebbero reso la guerra infinitamente più umiliante per l'uomo:
"I metodi [puramente meccanici o chimici] con cui in guerra un soldato impone la sua volontà al soldato
nemico saranno sostituiti da mezzi bellici completamente psichici. Non ci sarà più un campo
di battaglia, né armi saranno usate, né si perseguirà la distruzione di vite o di arti; al loro
posto si perseguirà la degradazione della ragione umana, l'offuscamento dell'umano intelletto
e la disintegrazione della vita morale e spirituale di una nazione. Così, per influenza,
la volontà di un uomo sull'altro vincerà".
Circa il controllo della mente, i gesuiti (ordine religioso del XIV secolo) dicevano dateci un bambino entro i suoi primi 6 anni di vita e lo renderemo servo di dio per tutta la vita.
A tale riguardo il famoso complesso dei Pink Floyd rappresentò questa distorta situazione dell'educazione nel loro album The Wall (Il muro) con la canzone più rappresentativa Another Brick in the wall (traduzione = Un altro mattone nel muro) nel cui videoclip si vede gente frustrata (l'insegnate succube della moglie) che vorrebbe educare gli studenti i quali, ad un certo punto si ribellano e sfasciano tutto cantando Noi non abbiamo bisogno dell'educazione, non vogliamo essere un altro mattone nel muro; qui di seguito ascoltate pure tutta la canzone e in particolare vedete le immagini che sono molto istruttive:
Nel 1980 il cantautore napoletano Eduardo Bennato, in occasione della presentazione del Long Plain (il vecchio 33 giri) SONO SOLO CANZONETTE che, per la prima volta nella musica italiana uscì dopo solo 20 giorni dal un precedente LP Uffà Uffà, iniziò con la canzone MA CHE SARA'. È interessante vedere che, così come i bambini del video di THE WALL, Bennato ci dica che, con un po' di determinazione e coraggio, se solo abbiamo la voglia di alzarci di qualche centimetro dalla melma in cui ci siamo messi, ci accorgiamo che i draghi del potere sono solo gente debole che, senza i giochetti del controllo, non potrebbero nulla poiché essi, intrinsecamente, non hanno alcun vero valore se non glielo diamo noi.
Inoltre questa canzone contiene una grande verità; Eduardo indica nella RADIO la voce dell'istinto divino e consiglia di farsi prendere la mano da questa voce e non dai condizionamenti dell'Organo del Partito, la personalità, che invece è contro alla semplicità e all'espressione del sé di ognuno di noi. Vi consiglio di seguire la musica insieme al testo (scritto di seguito) in quanto alcune parole, al primo ascolto, possono risultare poco comprensibili:
Ma che sarà
che cosa t'offrirà
quest'altra storia, quest'altra novità;
l'unico rischio è che sia tutto finto
e che sia tutta pubblicità!
Ma che ne sai, se non ci provi mai,
che rischi corri se non vuoi volare
coi piedi a terra, legato alla ragione
ti passa presto, la voglia di sognare!
Ma è quello che vogliono da te
già appena nati ci hanno abituati
a non pensare, ma a darcene l'illusione
sempre con la scusa della ragione!...
E anche se fosse solo finzione
solo il pretesto per fare una canzone!
vale la pena almeno di tentare
se è un'occasione per poter volare
allora non la sprecare, prova a volare!...
Attenzione! Attenzione! Comunicato ufficiale!
Parla l'organo del partito, non lasciatevi suggestionare!
Quella voce che vi invita a volare
è di un maniaco sabotatore!...
Spegnete LA RADIO adesso
giradischi e registratori, presto!... presto!...
Ma RADIO va e non si fermerà
ti prenderà per mano ti insegnerà a volare
visti dall'alto i draghi del potere
ti accorgi che son draghi di cartone!…
E anche se fosse solo finzione, solo il pretesto per fare una canzone...
vale la pena almeno di tentare se è un'occasione
per poter volare... allora non la sprecare, prova a volare.
Attenzione - attenzione! A tutte le persone serie!
consapevoli, equilibrate, non lasciatevi suggestionare!
Abbiamo ben altri progetti per voi
uomini del 2000, saggi e civili,
perciò prestate attenzione
solo alla voce della ragione...
Ma RADIO va e non si fermerà ti prenderà per mano, ti insegnerà a volare,
visti dall'alto i draghi del potere
Ma non li vedi sono di cartone
se resti a terra che vuoi capire
con la scusa di schiarirtele
ti confonderanno sempre più le idee;
ti manderanno allo sbaraglio in questa
farsa, nel ruolo di comparsa!
Ma basta che voli in alto
ma basta che ti alzi un poco
e forse scopri che quello che ti faceva
paura era soltanto un gioco!
E adesso, hai l'occasione per poter
volare, allora: non la sprecare, prova a volare!...
Prova ma che ne sai Adesso basta! Fatelo stare zitto!
se non ci provi mai non puoi Abbiamo troppo sopportato!
sapere se vale o no la pena Abbiamo troppo tollerato!
di tentare, è un'occasione È un provocatore! Fatelo tacere!
per volare, ahhhhhhhh ....Fatelo tacere!....
Partiamo da un assunto: se per scopi intendiamo la realizzazione di ciò che c'é nell'IO SONO, allora tutto ciò che proviene dall'uomo sono falsi scopi. È interessante capire come si fa a distinguerli tra loro: il falso scopo è sempre identificabile col fatto che, quando fai una cosa, la fai con una Ragione Nascosta.
Se quando stai per fare un'azione sai che vuoi controllare il comportamento di qualcuno per ottenere un risultato, ebbene in quel momento stai usando la Ragione Nascosta. Qualcuno potrebbe obbiettare che se le nostre azioni non rispondessero a stimoli esterni, allora la vita diverrebbe uno stato perenne di apatia... Ebbene, non è così, bensì è esattamente il contrario. Vivere la vita in base alle indicazioni del proprio Sé significa viverla appieno con i migliori scopi (e non falsi scopi) e con i migliori risultati.
Un'azione legata al Sé è un'azione per la quale NON sai che risultato emozionale otterrai poiché è la prima volta che la fai e rientra nel campo dello sconosciuto dell'IO SONO. Se conosci quale risultato emozionale otterrai, vuol dire che quella cosa, sotto altre vesti, l'hai già fatta.
La CONSAPEVOLEZZA è la somma di una conoscenza mentale e di una emozionale. Quella mentale devi PER FORZA averla nella tua testa altrimenti non puoi produrre l'azione e questa proviene dal messaggio che il Sé ti invia, a mo' di immagine o voce o intuizione, per spingerti nella creazione della nuova realtà; invece quella emozionale NON PUOI già conoscerla poiché, se così fosse, stai facendo qualcosa che hai già fatto ricadendo così in quello che abbiamo definito MALE in quanto esperienza ripetuta. Se sei collegato al Sé, la coscienza emozionale verrà SEMPRE dopo l'esperienza!!!
Quando parlo di scopo divino, sto parlando di risultato senza attaccamento ad un fine emozionale. Ogni qual volta vuoi controllare una persona o un animale per ottenere che faccia qualcosa, stai esercitando controllo sugli altri. Per questo i circhi che fanno uso di animali non sono etici e non dovrebbero essere frequentati da noi persone per bene al pari degli zoo.
Il vero problema è la tentazione di fare controllo, ma il fatto è che più usiamo le emozioni, maggiori saranno le tentazioni ad usarle.
D'altra parte le emozioni non vanno combattute altrimenti esse divengono più solide, bensì vanno... evitate; ricordate NON MI INDURRE IN TENTAZIONE???? Significa che è l'IO, cioè tu, che decidi se farti catturare o meno dalle emozioni. Questo spezzone di film che segue (Matrix 2) è una fantastica rappresentazione di come l'uso della forza faccia re-agire l'avversario rendendolo più solido, cioé più presente; in particolare vediamo come gli Smith, che rappresentano le miriadi di emozioni umane, divengono sempre di più. In questa parte di film Neo, dopo una serie di batoste, comprende che l'unico modo per annullare le emozioni è quello di non affrontarle direttamente (quindi di non farsi tentare) e scappare, elevandosi. Guardando il seguente film ti renderai conto che sia l'uso del potere sugli altri (la ragione nascosta) che il reprimere/combattere le relative emozioni derivanti da questi comportamenti, sono "scelte" che comunque determineranno eventi che ti renderanno la vita ingestibile. Il video è in inglese, ma il senso è molto chiaro:
COME SI FA A VENIRNE FUORI?
Posso però anticipare che tutto il lavoro si basa su due canoni:
Parlo del secondo punto: se non c'è calma della mente non è possibile percepirSi per cui, dato che tale stato NON è una tecnica, ma un modo di vivere, nei Corsi della Scuola si cerca di far comprendere quali sono i comportamenti potenzialmente adatti per qualsiasi situazione di vita; in questo modo, fornendo le meccaniche fondamentali su cui si basano le relazioni, i partecipanti si sentono ispirati a fare bene, ad essere naturalmente armonici.
La calma della mente comprende, oltre alle relazioni, anche il rispetto del mondo circostante, l'onestà e la cura del proprio corpo, al fine di ripulirlo da quelle sostanze tossiche sulle quali si ancorano le emozioni delle forme-pensiero. Per giungere a risultati importanti ciascun partecipante studia, per conto suo, specifici libri, ma praticamente sconosciuti, tra i titoli migliori che esistono.
Quando la mente è più tranquilla e per tranquillizzarla ancora di più, facciamo uso dell'unica meditazione possibile, quella che prevede il sistema della dis-identificazione con tutto e tutti. In questo è forte Nisargadatta, colui che ha realizzato di essere QUELLO:
Nisargadatta racconta che, seguendo il consiglio del suo Maestro che gli consigliava che doveva essere certo di essere IO, egli aveva alla fine realizzato di esserlo. In questo stato non rimane alcuna distanza con ciò che è TE. Se vuoi DAVVERO sapere cosa gli ha detto, e visto che abbiamo parlato sopra di Monte Oliveto Maggiore, ascolta queste parole del responsabile dell'abbazia benedettina del Colorado (USA), padre Thomas Keating:
Le cose utili sono sempre state a portata di mano, ma gli uomini, se non le rendono complicate con la loro bizzarria, non sono contenti e non le usano. Se vuoi semplificarti la vita e sapere come fare a stabilire le migliori condizioni possibili per il Percorso, puoi trovare tutti i passi necessari nel libro LIFE i segreti della ghiandola pineale .
Per questa serie della Responsabilità, per mancanza di risorse e mezzi, vi do un arrivederci intorno al prossimo inverno per la quarta puntata dal titolo Amore: istruzioni per l'uso e poi, qualche mese dopo, per la quinta puntata (IO SONO COLUI CHE E') in cui verrà descritta una anticipazione di come fare a divenire IO.
di Arcangelo Miranda
Condividi questo articolo
---------